La creazione di un disaster recovery plan del sistema SAP che risulti realmente efficace è un progetto che impatta l’organizzazione dell’azienda in quanto non si tratta di definire solo gli aspetti puramente tecnici, ma richiede un'attenta valutazione dei rischi e degli impatti sul business.

Un approccio metodologico al disaster recovery plan in SAP

Occorre infatti adottare un certo rigore nell'approccio metodologico ai vari passaggi da affrontare, definendo quali sono le priorità del business sul fronte applicativo, quali sono i processi chiave che vanno presidiati con maggiore attenzione e quali sono i costi per l’azienda nel caso di indisponibilità del particolare processo di business.

L’analisi dell’impatto sul business aiuterà a definire per ogni processo di business o sistema il budget da allocare per il disaster recovery plan e guiderà l’organizzazione a stabilire alcune metriche che consentiranno di valutare il successo del piano.

Tra le metriche necessarie da definire citiamo RTO (Recovery Time Objective) e RPO (Recovery Point Objective) che sistemi IT e business sono disposti a tollerare, garantendo poi una frequenza adeguata – senza ripercussioni.

Una volta che l’organizzazione ha fissato gli obiettivi da raggiungere nel disaster recovery plan sarà necessario definire le tecnologie o i tools che consentono di raggiungerli. Ci sono differenti soluzioni tecnologiche che consentono di soddisfare i differenti RTO e RPO:

  • Backups
  • Snapshots
  • Log shipping
  • Storage Replication
  • Application Replication
  • Hypervisor Replication
  • Geo – Clustering

E’ importante che il Disaster Recovery Plan identifichi come ogni sistema o processo di business è protetto, la frequenza di replica dei dati, infine dove i dati vengono trasferiti.

Suggeriamo qui cinque step operativi che tutte le imprese, di concerto con il proprio consulente per la gestione degli ambienti SAP, dovrebbero seguire per mettere in servizio un disaster recovery plan del sistema degno di questo nome.

#1. Mappare i processi chiave dell'azienda

Prima di ogni altra cosa, è necessario acquisire una dettagliata conoscenza dei processi chiave che fanno parte del core business aziendale, coinvolgendo nel censimento anche le infrastrutture tecnologiche coinvolte in ciascun processo. Un'operazione di assessment che va condotta sia catalogando gli asset IT che ha a disposizione l'impresa, sia mappando il funzionamento delle operazioni strategiche nel normale svolgimento delle loro funzioni. In questo modo è possibile identificare eventuali colli di bottiglia e criticità, la cui conoscenza può rivelarsi estremamente utile nella pianificazione delle attività di ripristino.

#2. Stabilire livelli condivisi di RTO e RPO

Nel secondo passaggio, occorre definire, in linea con i requisiti di Business aziendale, i livelli di RTO e RPO per ogni processo di business o applicazione. Il Recovery Time Objective e il Recovery Point Objective sono due parametri essenziali delle attività di ripristino dei sistemi SAP.

L'RTO indica quanto il sistema può continuare a funzionare anche in assenza di una specifica applicazione. In tal senso, l'RTO è spesso associato con il tempo massimo di interruzione tollerabile dall'impresa. Il parametro RPO invece disciplina la perdita di dati ammissibile durante un fermo o un disservizio.

#3. Scegliere l’infrastruttura IT di Disaster Recovery

La scelta è ampia e si va dai metodi tradizionali di data recovery basati su backup e restore dei dati su sistemi duplicati in standby, a sistemi di recovery basate su soluzioni cloud privato o pubblico.

Per la definizione dell’architettura di DR è bene che il consulente SAP affianchi il cliente nella scelta della soluzione più adatta al cliente e tale da soddisfare i requisiti definiti nel Disaster Recovery Plan.

#4. Costituire un team per la gestione del Disaster Recovery

Per la gestione del Disaster Recovery è necessario inoltre disporre di un team qualificato al quale assegnare i vari task descritti tramite procedure dettagliate da eseguire. È importante definire un chiaro piano di comunicazione corredato di liste di contatti per il coordinamento delle risorse e dell’effort dal momento della dichiarazione del disastro fino al completo ripristino dell’operatività del business.

#5. Effettuare procedure di test

Lo step successivo, fondamentale per essere sicuri rispetto alla reale efficacia del disaster recovery plan in ambito SAP, consiste nel garantire procedure di test dell’ambiente di ripristino effettuabili. Il test potrà essere nella modalità passiva in cui non vengono creati disservizi per la produttività del sistema e una copia dell’ambiente viene ripristinato in una zona isolata.

Le attività di verifica, svolte regolarmente, sono indispensabili per verificare che le operazioni di ripristino si comportino – quando ce n'è davvero bisogno – nei modi e nei tempi pianificati. È per questo che devono poter essere eseguite con determinata frequenza, Indicativamente almeno uno all’anno.

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