Perché serve?

Come abbiamo introdotto nel precedente articolo lo scoring andamentale è un indicatore sintetico del livello di rischiosità del cliente che riporta un punteggio maggiore o minore in base alla “gravità” dei diversi  KPI sottostanti.

Una prima importante categoria di KPI è basata sulle informazioni proveniente dall’esterno dell’azienda, quali ad esempio i Rating degli info providers esterni, i dati dai bilanci d’esercizio e le pregiudizievoli. Tutte informazioni che solitamente non sono disponibili nel set informativo interno dell’azienda e che permettono di catalogare i clienti in diverse classi di rischio. Sono altresì utili per intercettare variazioni anomali su delle variabili che per loro natura dovrebbero essere piuttosto stabili e con trend prevedibili (si pensi ad esempio al fatturato o gli indici di bilancio di un’azienda). Allo stesso modo le pregiudizievoli possono essere considerate informazioni esterne in quanto effetto di un grave evento imprevisto, non immediatamente riscontrabile nei dati di un’azienda. Ci sono poi altri elementi, anche qualitativi, come news significative, che è importante intercettare. Si pensi ad esempio ad un evento bellico in un paese in cui un’impresa detiene una quota rilevante del proprio business. Ciò non avrà immediato effetto sulla valutazione di un’azienda ma è senza dubbio un avvenimento di cui tener conto per valutare la futura solvibilità del cliente.

 

Come funziona?

Questa tipologia di KPI si basa essenzialmente nel confronto temporale dello stesso dato in due momenti diversi. Prendiamo ad esempio il Rating del cliente fornito da una o più agenzie esterne specializzate. Il Rating può essere espresso con diverse codifiche in base al provider ma per semplificare la comprensione ipotizziamo che sia un’informazione numerica crescente da 0 a 10: più i valori si avvicinano allo 0 e più la valutazione sul business partner sarà negativa. Al contrario più i valori si avvicinano 10 e migliore sarà il giudizio espresso. 

Per questa tipologia di KPI, riprendendo l’impostazione di base descritta nell’articolo sul calcolo dello scoring andamentale, prendiamo in considerazione il valore attuale del Rating insieme alla variazione dello stesso rispetto ad un momento nel passato. Questo permette sia un’analisi più completa e corretta dello stato del cliente ma anche di concentrarsi su variazioni particolarmente significative, escludendo i cambiamenti “fisiologici” che potrebbero verificarsi durante la vita di un’azienda. L’analisi potrà poi essere ricondotta ad un diverso livello di “gravità” in base alle soglie definite nel proprio modello:

Rating attuale

Variazione

Gravità

Alto

Bassa

Nessuna

Alto

Alta

Bassa

Basso

Bassa

Bassa

Bassa

Alta

Alta

 

Come si evince dal modello se ci troviamo in una situazione attuale di rating elevato delle piccole variazioni in negativo (pensiamo ad una diminuzione di 1 o 2 punti) non indicano necessariamente particolari problematiche e non dovranno essere prese in considerazione. Tuttavia, la stessa variazione dovrà acquisire una rilevanza del tutto diversa nel caso in cui il rating attuale riporti un valore basso.

Un altro aspetto fondamentale da considerare per questa tipologia di KPI è come individuare il momento di confronto nel passato, che potrà essere fisso (es. 1 mese) o al determinarsi di particolari eventi (es. ultimo check del cliente da parte del credit manager).

 

Per chi è utile? Quali mal di pancia risolve?

Il monitoraggio di questa tipologia di KPI basati su dati esterni supporta il Credit Manager nell’intercettare variazioni significative di Rating esterni che, seppur potrebbero essere intercettati anche da altri indicatori, risultano estremamente importanti da monitorare. Da tenere sempre presente che lo scoring andamentale prevede l’analisi congiunta di diversi indicatori, ognuna con le proprie peculiarità.

Seguici nei prossimi articoli per scoprire altri dettagli sulle altre categorie di KPI.

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