Perché serve?

Nell’ambito del processo del credit monitoring e nello specifico nella definizione dello scoring andamentale nel precedente articolo abbiamo introdotto un’importante categoria di indicatori che si basano sulle informazioni derivanti dal rapporto commerciale intrattenuto dall’azienda con i propri clienti, denominati Nonpayment KPI. Queste informazioni sono generalmente gestite dall’area Credito, che si occupa sia del monitoraggio dell’esposizione commerciale che della definizione della quota di rischio che l’azienda ritiene di potersi assumere nei confronti dei singoli clienti, il cd limite di fido. Il limite di fido concesso dipende tipicamente da valutazioni poste in essere nei confronti del business partner e si articola in diverse categorie, come ad esempio il fido open credit, le garanzie e le assicurazioni.

Come è facile intuire le due grandezze, esposizione commerciale e limite di fido concesso, sono strettamente correlate ed è necessario che siano fra di loro coerenti. Se infatti l’esposizione riscontrata nei confronti di una cliente dovesse avvicinarsi o addirittura superare il limite di fido concesso sarà necessario segnalare una potenziale problematica ed intervenire, eventualmente rivedendo la quota di affidamento concessa o, nel caso estremo in cui l’esposizione dovesse prolungarsi nel tempo, interrompere la fornitura.

Come funziona?

Nell’ambito di questa categoria di indicatori il KPI fondamentale è appunto derivante dal rapporto dell’esposizione con il limite di fido concesso. Questo rapporto tipicamente non dovrebbe mai superare all’unità. Se ciò dovesse verificarsi significherebbe che sto riscontrando un’esposizione verso il cliente superiore al valore di rischio che si ritiene accettabile nei suoi confronti.

Come visto nelle altre categorie di indicatori il KPI può essere articolato in diverse classi di “gravità” in base a dei valori soglia che è possibile definire. Al fine di evitare falsi allarmi e in generale concentrare l’attenzione su situazioni potenzialmente più problematiche sarà possibile introdurre nel modello anche una verifica sull’importo dell’esposizione, per escludere le casistiche meno rilevanti.

Di seguito un semplice esempio di modello di calcolo:

Rapporto esposizione / fido

Importo dell’esposizione

Gravità

Rapporto < 1

Alto

Nessuna

1< Rapporto < 1,2

Basso

Nessuna

1< Rapporto < 1,2

Alto

Bassa

Rapporto > 1,2

Basso

Bassa

Rapporto > 1,2

Alto

Alta

Le soglie utilizzate nell’esempio sono puramente indicative ma possono aiutare nel comprendere il meccanismo di calcolo unitamente al concetto di gravità del KPI.

Oltre all’esposizione contabile, è possibile integrare anche l’esposizione derivante dai processi di vendita i cui documenti non sono stati ancora contabilizzati (ordini, documenti di consegna, fatture da contabilizzare), qualora questi siano rilevanti per l’esposizione, tipicamente nei casi in cui viene stoccata una merce per la fornitura. In questo caso l’integrazione degli applicativi di Credit Management con i sistemi di gestione della contabilità e delle vendite diventa fondamentale non solo per avere un monitoraggio del proprio portafoglio clienti e conseguentemente una reportistica completa e aggiornata, ma anche per poter effettuare un controllo sul processo di approvazione ed emissione degli ordini di vendita che tenga appunto conto della situazione creditizia della controparte e consenta di controllare a monte del processo commerciale i rischi di sconfinamento del limite di fido.

 

Per chi è utile? Quali mal di pancia risolve?

Il monitoraggio di questo KPI è di fondamentale importanza per supportare il Credit Manager nell’intercettare tempestivamente potenziali problematiche nei confronti dei propri clienti e mettere in atto le opportune azioni di correzione, come ad esempio una revisione del limite di fido concesso.

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